I controlli difensivi del datore di lavoro per accertare comportamenti illeciti sono legittimi. (Corte di Cassazione, Sezione Lavoro n. 25977 del 16.11.2020).
- Scritto da Studio Legale Cavalletti
- Pubblicato in Diritto Civile
Nella pronuncia in esame la Suprema Corte analizza un caso relativo ad un licenziamento con particolare attenzione alla legittimità dei controlli difensivi effettuati dal datore di lavoro per accertare comportamenti illeciti.
In particolare la vicenda riguardava un dipendente di un istituto di credito, programmatore informatico, il quale veniva licenziato in quanto accusato di aver molestato una collega e di aver effettuato un accesso non autorizzato sul conto corrente del marito della stessa al fine di verificarne il saldo.
La Corte di Appello competente, in riforma della sentenza del Tribunale, dichiarava legittimo il licenziamento “in quanto è consentito al datore di lavoro verificare se i propri dipendenti utilizzino indebitamente gli strumenti messi a loro disposizione per fini esclusivamente professionali”.
Il licenziamento veniva ritenuto legittimo, il datore di lavoro ha, infatti, il diritto di verificare che i dipendenti utilizzino gli strumenti a disposizione per finalità professionali.
La questione giungeva così dinanzi alla Suprema Corte dove il lavoratore ricorreva.
Il ricorrente lamentava, tra le altre cose, l'insussistenza dei fatti contestati, la falsa applicazione dell'art. 2697 c.c. in merito all'onere della prova, l'assenza di giusta causa e difetto di proporzionalità tra la condotta e il licenziamento.
La Suprema Corte, però, rigettava il ricorso.
A parere degli Ermellini le condotte poste in essere dal dipendente erano così gravi da rendere impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro.
Per quanto riguarda i controlli effettuati, dopo l'accesso non autorizzato del dipendente, la Corte, ritiene che non vi sia stata violazione della dignità e riservatezza del lavoratore.
Inoltre, in base ad un accordo sindacale del 2014, il datore di lavoro era legittimato ad eseguire i controlli in presenza di indizi di reato come nel caso in esame.
Commento dell' Avv. Carlo Cavalletti iscritto Albo Cassazionisti
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